Impairment delle attività non finanziarie
Le attività immateriali a vita utile indefinita, compreso l’avviamento, sono sottoposte a
impairment test con cadenza almeno annuale, e comunque ogniqualvolta emergano degli
indicatori di una perdita di valore. Gli immobili, impianti e macchinari e le attività immateriali
oggetto d’ammortamento sono sottoposte a un test d’impairment solo se emergono degli
indicatori che facciano presupporre che il loro valore contabile possa eccedere il loro valore
recuperabile. Il valore recuperabile è definito come il maggiore tra, il fair value di un’attività
o di una cash generating unit dedotti i costi di vendita e il valore d’uso (“value in use”),
determinato attualizzando i flussi di cassa provenienti dall’attività con riferimento alle
previsioni della direzione, basate su assunzioni ragionevoli e dimostrabili, rappresentative
della miglior stima delle future condizioni economiche. L’attualizzazione avviene utilizzando
un tasso che riflette le valutazioni correnti di mercato, del valore temporale del denaro e dei
rischi specifici dell’attività non riflesse nelle stime dei flussi di cassa; tale tasso s’identifica per
il Gruppo con il costo medio ponderato del capitale (“WACC”).
Quando il valore contabile eccede il valore recuperabile il Gruppo contabilizza una
svalutazione a conto economico pari a tale eccedenza. Se, successivamente, vengono
meno i presupposti che hanno originato l’impairment, il valore contabile dell’attività o della
cash generating unit è ripristinato fino a concorrenza del valore contabile esistente prima
della svalutazione, dedotto l’ammortamento del periodo. La svalutazione dell’avviamento
non è mai reversibile. Le cash generating units del Gruppo sono identificate coerentemente
con la sua struttura organizzativa e il suo business, aggregando quelle attività in grado di
generare dei flussi di cassa in entrata autonomi, in accordo con quanto richiesto dallo IAS 36
- Riduzione durevole di valore delle attività, e avendo come limite i due settori oggetto
d’informativa identificati in base all’IFRS 8 - Settori operativi: 1) Stile 2) Ingegneria (si rimanda
alla Nota 4). Nell’effettuare l’impairment test, il riferimento per valutare la recuperabilità del
valore contabile dei complessi immobiliari detenuti dal Gruppo è il fair value, determinato
con ricorso alle valutazioni di mercato risultanti dagli archivi dell’Agenzia del Territorio, ed
eventualmente da perizie estimative redatte da esperti indipendenti.
Rimanenze di magazzino
Le rimanenze di magazzino sono iscritte in bilancio al minore tra il costo e il valore netto di
presumibile realizzo, rappresentato dal normale valore di vendita nel corso dell’attività
ordinaria, al netto delle spese variabili di vendita. Il costo è determinato, ai sensi dello IAS 2 -
Rimanenze, usando il metodo FIFO (“first-in first-out”). Il costo dei prodotti finiti e dei
semilavorati comprende i costi di progettazione, il costo delle materie prime e del lavoro
diretto, altri costi diretti e altri costi indiretti allocabili all’attività produttiva in base ad una
normale capacità produttiva. Tale configurazione di costo non include gli oneri finanziari.
Sono calcolati fondi svalutazione per materiali, prodotti finiti, pezzi di ricambio e altre forniture
considerati obsoleti o a lenta rotazione, tenuto conto del loro utilizzo futuro atteso e del loro
valore di realizzo. Il valore di realizzo rappresenta il prezzo stimato di vendita nel corso della
normale gestione, al netto di tutti i costi stimati per il completamento del bene e dei costi di
vendita e di distribuzione che si dovranno sostenere.
Attività e passività finanziarie
Il Gruppo inizialmente valuta un’attività finanziaria al suo fair value a cui si aggiungono, nel
caso di attività finanziarie non rilevate a conto economico, i costi di transazione.
L'IFRS 9 classifica le attività finanziarie in tre categorie principali: al costo ammortizzato, al fair
value rilevato nelle altre componenti del conto economico complessivo (FVOCI) e al fair
value rilevato nell'utile/(perdita) d’esercizio (FVTPL).
La classificazione è basata su due criteri: il modello di business del Gruppo per la gestione
delle attività oppure il criterio ‘SPPI’ (solely payments of principal and interests) qualora il cash
flow degli strumenti contrattuali rappresenti “esclusivamente il pagamento di capitale ed
interessi” rispetto al capitale in essere.